iOS 11 blocca la pubblicità: Dite addio al remarketing

iOS 11 blocca la pubblicità

Apple schiera Safari e Mac dalla parte della privacy: iOS 11 blocca la pubblicità sul web scatenando l’ira dei pubblicitari

iOS 11 blocca la pubblicità, i pubblicitari di tutto il mondo hanno sollevato un polverone, le aziende sono disperate. A causare questo scompiglio è stato Cupertino, che con il nuovo iOS 11 ha stravolto le regole del marketing online. In Safari di iOS 11 e macOS High Sierra esiste, infatti, una feature di sicurezza che proteggerebbe la nostra privacy. Come? Attraverso l’anti tracciamento cross-site. Sappiate quindi che nelle prossime versioni dei sistemi operativi destinati a dispositivi Apple ci sarà l’”Intelligent Tracking Prevention”. Esso non è altro che una funzionalità basata sul blocco dei cookie di terze parti. La conseguenza di questo blocco è semplice: i siti visitati dall’utente non possono profilarlo, studiarne le abitudini di navigazione e minarne la privacy (a proposito di mining).

iOS 11 blocca la pubblicità

1 Blocco dei cookie e dell’autoplay audio/video

Perché iOS blocca la pubblicità? Cupertino ha affermato di voler restituire il pieno controllo della propria identità online agli utenti Apple. In quanto contenuti pubblicitari, anche audio e video saranno soggetti al blocco. Il successo del Web si basa sulla fiducia ed è per questo che l’azienda ha decido di mettere in discussione l’attuale sregolatezza del marketing online. Si riparte da zero quindi: i pubblicitari dovranno rivedere il modo di comunicare alla fetta di utenti iOS. Il rischio è seriamente quello di innalzare un muro tra le società e i propri clienti, rendendo la pubblicità più generica e meno tempestiva. Qui una guida sulla sicurezza informatica – come affrontare i nuovi rischi del web.

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2 Addio remarketing, addio

Cos’è il remarketing? Forse non avete dimestichezza con la parola, ma sicuramente siete stati oggetto di remarketing voi stessi, più e più volte. Avete presente quando cercate un lampadario su Amazon e vi ritrovate lampadari in ogni atterraggio successivo (su qualsiasi sito)? Ecco, quello è precisamente il remarketing dinamico! Non è magia, ma viene attuato tramite sofisticatissime tecniche di profilazione dell’utente in fase di navigazione. I vantaggi sono, in fin dei conti, per tutti. Un’azienda potrà offrire prodotti più mirati e meno fuori contesto, potrà capire su quale prodotto investire, ecc… L’utente interessato a quella categoria di prodotto, dal canto suo, potrà avere facilmente accesso a offerte e codici sconto congrui alle sue aspettative.

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3 18 settembre: iOS 11 blocca la pubblicità

La questione della privacy è un argomento caldo negli ultimi tempi, ne abbiamo parlato anche pochi giorni fa a seguito delle continue polemiche su Tinder. Il funzionamento di Safari incrinerà le fondamenta di svariate meccaniche relative alla gestione dei contenuti pubblicitari via web. Dal 18 settembre (giorno in cui iOS 11 è entrato a piè pari nel mondo digitale) l’Intelligent Tracking Prevention impedisce di fare il retargeting dei contenuti pubblicitari in maniera indiscriminata. Questo il dato di fatto. Il mondo della comunicazione digitale troverà un altro modo di estrapolare informazioni dall’utente, come ha sempre fatto. Se un vantaggio per l’utente c’è, è quello di attenuare la prolificazione di annunci visualizzati che si adeguano a ciò che ha consultato su siti vari.

4 Remarketing in 24 ore

Il remarketing non svanirà del tutto, ma avrà meno tempo per agire. Il principio di fondo è che Safari permetterà a un sito di vedere i cookie creati da altri siti solo se il primo è un sito che l’utente ha visitato nelle ultime 24 ore. Ma i dati che preoccupano gli specialisti del marketing e della pubblicità non sono quelli relativi agli utenti di Safari desktop (che ha una quota di utenti molto bassa). Il vero interrogativo e la vera sfida riguardano Safari mobile, che genera una percentuale significativa (negli USA la metà) del traffico online da tablet e smartphone. iOS 11 blocca la pubblicità e i sogni di gloria delle multinazionali pubblicitarie, anche se a farne le spese sono le più “piccole”. Vediamo perché.

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5 Fecebook e Google: lo strapotere della pubblicità

La preoccupazione dei pubblicitari si spinge oltre Apple. iOS 11 blocca la pubblicità e, parallelamente, Facebook e Google prendono piede divenendo sempre più potenti. Dal momento che già oggi entrambi fagocitano circa il 90% di dollari spesi in pubblicità sul web. Perché questa modifica di iOS 11 non toccherà i colossi? Perché l’utente medio visita almeno una volta al giorno Facebook e Google (se non molte di più), rendendo inefficace il sistema di blocco programmato per 24 ore. A venire seriamente danneggiate sarebbero piuttosto aziende minori come AdRoll e Criteo, entrambe gestiscono in background i cookie di migliaia di siti.

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