Teenage Engineering ha creato un oggetto rivoluzionario: il sintetizzatore tascabile PO. Storia e funzionamento del synth a forma di calcolatrice
La storia della musica recente è legata a doppio filo ad un oggetto mitologico: il sintetizzatore. La sua finalizzazione è stata un processo abbastanza lungo, che ha visto negli anni 60 la definitiva consacrazione. Moog, Korg, Roland, Elektron, Behringer. Sono tanti i grandi brand che hanno donato la loro impronta su questo “nuovo” strumento in grado di aumentare il grado psichedelico della musica. Kraftwerk, Pink Floyd, Tangerine Dream, gli Who, i più importanti nomi del rock che ad un certo punto della loro crescita musicale hanno inserito i Synth nelle partiture. Da allora è stato un successo su scala mondiale. Ma oggi, forse, è arrivata la rivoluzione anche per questo strumento. Ecco come funziona il sintetizzatore tascabile ‘PO’ della visionaria azienda svedese Teenage Engineering.
1 Teenage Engineering, una società all’avanguardia
Prima di addentrarci nelle caratteristiche di questo rivoluzionario Synth tascabile è giusto fare un piccolo resoconto sull’azienda che lo produce: la Teenage Engineering. Questa società dedita alla produzione di elettronica di consumo è stata fondata in Svezia nel 2005 da Jesper Kouthoofd, David Eriksson, Jens Rudberg e David Möllerstedt. La sede è a Stoccolma e la sua produzione include elettronica e soprattutto sintetizzatori innovativi, molto apprezzati per il loro valore estetico e per le loro incredibili funzionalità, tra cui appunto il ‘PO’, acronimo di Pocket Operator.
2 Teenage Engineering, un’azienda all’avanguardia
Teenage Engineering ha la forza di essere un punto di riferimento nell’innovazione tecnologica. Si tratta di un’azienda dal pedigree rivoluzionario, non solo dedita alla creazione di questi mini-sintetizzatori tascabili ma anche di synth veri e propri, molto apprezzati dai musicisti. La sua vocazione è anche quella di stare al passo con i tempi e con la moda, per cercare di influenzare le categorie teen che animano l’ecosistema musicale. Per questo motivo qualche anno fa ha portato a termine una collaborazione con il brand di abbigliamento Cheap Monday, con l’intento di creare mini-synth portatili e iconici.
3 La storia dei sintetizzatori PO, dal 2015
L’inizio dell’epopea Pocket Operator non è però cosa recentissima. Un primo esempio di PO è stato lanciato nel gennaio 2015, il cosiddetto PO-10. Questa serie prevedeva la presenza di 3 modelli:
- il PO-12 ritmo, una drum machine,
- il PO-14 subwoofer, un piccolo sintetizzatore con il compito di creare sezioni per bassi
- il PO-16, un sintetizzatore vero e proprio, in piombo.
L’idea degli ingegneri della Teenage Engineering è sempre stata quella di creare sintetizzatori tascabili da vendere al dettaglio, inizialmente ad un prezzo non superiore a 49 dollari, per agevolare i musicisti in cerca di alternative meno costose rispetto a i sintetizzatori musicali classici. Dopo il successo dei PO-10, l’anno successivo sono stati lanciati sul mercato i PO-20, leggermente rivisitati, poi in seguito sono arrivati i synth della serie PO-30, rilasciati sul mercato nel 2017.
4 Sintetizzatori PO, come si presentano?
L’aspetto ergonomico di questo oggetto magico è senza dubbio minimalista, vicino all’idea di design che da anni caratterizza il mondo scandinavo. Cosa ricorda? Fin troppo facile, una piccola calcolatrice tascabile. La matrice in superficie presenta 16 pattern preimpostati, più 8 tipologie di effetti. In alto un micro schermo permette di analizzare visivamente quello che si sta producendo. Sul retro ci possono inserire due pile AAA, che teoricamente hanno una durata abbastanza lunga, mentre sulla destra troviamo un’uscita jack di 3,5 millimetri per le cuffie. Nonostante le dimensioni ridottissime incredibilmente il sintetizzatore tascabile è dotato anche in una piccola cassa incorporata, qualità bassa ovviamente ma stiamo parlando di un oggetto veramente molto piccolo (circa 17 cm x 8 cm x 0,5 cm).
Come usare questo sintetizzatore tascabile?
Visto così, di primo impatto, per una persona che nulla sa di musica potrebbe sembrare un oggetto inutilizzabile. Nella realtà il suo utilizzo è abbastanza semplice, ancor più per chi di questo mondo ne mastica. La partenza è la scelta di uno dei 16 pattern preimpostati oppure la creazione di uno nuovo, con tanto di inserimento di drum machine. Dopodiché si passa alla scelta dei bpm, i battiti per minuto, per dare un tempo definitivo alla propria creazione. Chiunque utilizza questo oggetto può scegliere la sezione “live”, per suonare direttamente sopra la base prescelta, oppure la scrittura “griglia”, per scegliere dove e come inserire un suono. Ovviamente tutti i suoni possono essere modificati con i molti effetti presenti, come il delay o le distorsioni. Finito il lavoro tutto è salvabile sul dispositivo.
La forza dei Pocket Operator è quella di avere un utilizzo più semplificato rispetto ai classici sintetizzatori; con una mezza giornata di applicazione si potrebbe riuscire a padroneggiare con buona manualità. Si possono comporre semplici melodie oppure composizione molto più complesse. Allo stesso tempo possono essere affiancati ad attrezzature più professionali, per ottenere quel qualcosa in più che rende una performance unica. Siamo sicuri che questo piccolo oggetto finirà per diventare un must tra gli appassionati, sia per la sua iconica ergonomia che per le sue ampie possibilità di utilizzo. La promozione di Teenage Engineering vola, le vendite anche. Ci aspettiamo a breve emulazioni sui generis. Che sia lo strumento del futuro?