Come venire bene in fotografia? Conoscendo lo strumento con cui si scatta

Come venire bene in fotografia

Dai ritratti ad uso professionale ai selfie per i social: inutile nascondersi dietro un dito, quello che vogliamo sapere è come venire bene in fotografia.

Capita di dover metterci la faccia: e quando arriva questo momento vorremmo sempre risultare al meglio. Cercare di capire qual è il nostro lato migliore è facile ed istintivo, il più delle volte, ma può non essere abbastanza. Allora come venire bene in fotografia in “maniera scientifica”? Esistono dei trucchetti specifici? Diciamo che buona parte della riuscita e della soddisfazione dipende dalla conoscenza dei mezzi a disposizione. Vediamo quindi come scattare o scattarci dei bei ritratti senza nasconderci dietro a mille filtri che ci cambiano i connotati.

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1 Sua maestà il selfie: come venire bene in fotografia scattando con lo smartphone

A livello comunicativo il selfie rappresenta la vera rivoluzione del millennio. Per esempio il potere di tanti influencer e personaggi in cerca d’affermazione passa ineluttabilmente dall’affinare l’”arte dell’autoscatto”. Per tale scopo sono stati creati anche dei supporti specifici per smartphone, vedi i famosi selfie stick, i treppiedi flessibili per i telefoni e tanti accessori per cellulari in grado di rendere foto e video più stabili. Utilizzandoli o affidandosi semplicemente al nostro insostituibile braccio, dobbiamo tenere conto almeno di un paio di cose:

  • la distanza ravvicinata dalla quale scatteremo e la direzione del dispositivo, se verticale o orizzontale
  • il fatto che le lenti per i selfie degli smartphone tendono sempre ad apportare una certa deformazione grandangolare

Ma procediamo con ordine: innanzitutto, come già accennato, è sempre bene fare qualche tentativo per individuare il cosiddetto “profilo migliore”. Il digitale in questo ci risulta profondamente amico: potremo scattare centinaia d’immagini prima di decidere qual è la migliore, e poi semplicemente cancellarle con un click. In effetti è proprio quello che succede a tutti noi quando desideriamo fare un selfie.

Per quanto non esista una reale regola aurea che ci porta a ottenere l’autoscatto perfetto, per fortuna siamo tutti diversi gli uni dagli altri, la casistica dimostra che si hanno maggiori possibilità di venire bene in fotografia se:

  • ci poniamo con il viso leggermente di tre quarti, dal lato preferito del volto
  • impugniamo lo smartphone poco più in alto della linea dello sguardo

Così facendo il nostro ovale, oltre ad acquisire una maggiore delineatura, sembrerà anche più magro e verranno messi in risalto gli occhi. Ci sono tuttavia anche persone che “danno il meglio” se inquadrate in maniera contraria, ovvero dal basso verso l’alto. Inoltre, qualora stiate riprendendo solo voi stessi, potete usare il telefono tenendolo in senso verticale.

Se la destinazione finale del selfie sapete già essere Instagram, potreste anche decidere di scattare direttamente con un ritaglio quadrato, corrispondente alla proporzione tipica dell’1:1 del noto canale social. A proposito, avete mai sentito parlare di verticalismo in fotografia? Qualora, invece, vogliate realizzare un autoscatto con più persone, per esempio un gruppo di vostri amici, ricordate di preferire l’inquadratura orizzontale.

Come venire bene in foto

2 Lenti e smartphone

Come venire bene in fotografia utilizzando il telefono smart? Ormai ci sono tantissimi smartphone dedicati ai fotografi, alla ricerca dei modelli con la migliore fotocamera (ne abbiamo parlato qui in maniera approfondita). Se da un lato le lenti integrate sono sempre di più, proprio in quantità numerica, e sempre più performanti, bisogna anche saperle sfruttare. Il gesto più immediato e automatico nello scattarsi un selfie è quello di prendere il telefono e usare la funzione che attiva la fotocamera anteriore, quella sopra in display touch. Chiaramente in questo modo avremo il controllo della situazione in maniera pressoché totale, perché riusciamo ad avere l’anteprima dello scatto ben visibile.

Come venire bene in foto

Purtroppo però la qualità immagine della fotocamera anteriore è sempre notevolmente peggiore rispetto a quella (o quelle ormai) poste sul retro del telefono. Queste hanno anche la capacità di deformare meno il soggetto. Per cui non sarebbe male riuscire ad “esercitarsi” tanto da essere bravi a capire qual è il nostro lato migliore e immortalarlo “alla cieca” guardando negli obiettivi. Oppure, molto più semplicemente, facendoci scattare la foto da un’altra persona. Certo, non sarebbe più un selfie però!


3 Reflex, mirrorless, bridge, compatte, fotocamere con obiettivi intercambiabili o fissi: come possono valorizzarci?

Come forse avrete intuito, arrivati a questo punto, il maggior “responsabile” della riuscita o meno di un buon ritratto è il tipo di obiettivo utilizzato. Infatti ci sono ottiche e lunghezze focali in grado di restituire un risultato migliore, certamente con un minor fattore di distorsione. Quindi, come venire bene in fotografia, utilizzando l’ottica giusta? In linea generale orientandoci verso lenti che hanno una lunghezza focale che va da 80 mm fino a circa 135 mm.

Questi hanno una minore tendenza ad aberrare la normale prospettiva. Al contrario obiettivi come il famoso fish-eye volutamente esasperano tali alterazioni, al fine di ottenere un effetto parossistico e caricaturale. In molti si sono cimentati nello sperimentare l’effetto delle lenti sui ritratti e sugli autoritratti e le differenze sono evidenti. Ne consegue che anche il concetto stesso di bellezza risulta filtrato dal tipo di mezzo di riproduzione con cui lo si fissa e dalla percezione restituita.

Quindi, per scattare selfie o ritratti ad altre persone, con fotocamere ad ottica intercambiabile, è preferibile non usare obiettivi grandangolari. Anche per macchine fotografiche con ottica fissa, come le bridge o le compatte, è preferibile mantenersi su valori intermedi nella scala dell’ingrandimento zoom. Nulla vieta, tuttavia, di sfruttare piuttosto le distorsioni a scopo creativo. L’importante è sempre saper dominare e plasmare l’idea che si vuole realizzare, attraverso l’uso degli strumenti adeguati. Ci sono però almeno altri due fattori da tenere in considerazione quando si scatta un ritratto, affinché il risultato sia il migliore possibile.

Lo sfondo

Adesso che ci risulta più chiaro come venire bene in fotografia, dobbiamo spostare l’attenzione sui dettagli. Oltre ad aver curato il nostro aspetto, il vestiario e, nel caso magari sia pure uno dei focus all’interno del frame, il nostro make-up. In foto si è autorizzati a calcare la mano con il trucco, perché la camera o lo smartphone (insomma lo strumento di ripresa prescelto) può non essere in grado di registrare tutte le sfumature a dovere. Inoltre è molto importante, per non rovinare l’immagine, fare caso allo sfondo. Riprendere la vostra stanza in disordine o accidentalmente qualche episodio imbarazzante alle vostre spalle potrebbe costringervi a cestinare lo scatto.

Se vi trovate in esterno via libera a scenari paesaggistici o monumentali di sicuro interesse, per gli interni dettagli architettonici, riflessi ben calcolati e texture particolari sono ben accetti. I selfie in bagno e nelle toilette pubbliche? Divertenti probabilmente, ma hanno fatto decisamente il loro tempo. Inoltre bisogna fare fare molta attenzione al registro comunicativo che s’intende avere e mantenere. Nel dubbio sempre meglio buttarsi su fondi neutri: un muro bianco è una garanzia ed è alla portata di tutti.

Come venire bene in fotografia

Se poi siamo fotografi professionisti, abbiamo un blog, un vlog o un canale social che dedichiamo a una particolare attività, la quale ci vede coinvolti in prima persona in tutti i sensi, possiamo acquistare dei fondali professionali. Dai classici sfondi bianco e nero, a quelli con stampe astratte o realistiche, fino al “magico” fondo verde. Quest’ultimo è perfetto anche per chi gira video: consente di non generare nessuna confusione tra il soggetto e ciò che gli sta dietro, creando uno stacco netto. Ciò consentirà di effettuare scontorni e selezioni nette e di applicare effetti in post produzione. Ovviamente qui siamo già a un livello cosiddetto Pro della ritrattistica, ma riuscire a realizzare uno scatto pulito, centrato nello stile ed efficace è un risultato che tutti possono ottenere con pochi mezzi.

Le luci

Come venire bene in fotografia senza una buona luce? Impossibile. Infatti l’illuminazione è un fattore fondamentale al pari dell’obiettivo. Una luce ben distribuita è praticamente in grado di fare miracoli. Può valorizzare i lineamenti e nascondere difetti nell’ombra, creare effetti e giochi di pattern che rendono interessante l’immagine finale. Il mondo della gestione della luce in fotografia è molto articolato: proviamo qui a sintetizzare due diversi modi di operare, uno più semplice e che mette in gioco la luce naturale, uno più minuzioso destinato prevalentemente ai fotografi esperti.

Come venire bene in fotografia con la luce naturale

La fonte luminosa più semplice e immediata con cui ci possiamo confrontare è la luce naturale. Il modo classico di sfruttarla, per un risultato neutro, è posizionarci di fronte a una finestra, meglio se fornita di tende leggere e bianche. Queste faranno da filtro diffusore, evitando che zone come la fronte, le guance e la punta del naso siano sovraesposte sul frame finale. Se, invece, desideriamo un effetto più “drammatico” possiamo lasciare che il sole filtrante c’illumini di profilo. C’è poi tutto un vario e fantasioso campionario di “effetti immediati” che si possono creare sul volto e sul corpo utilizzando ad esempio le tapparelle, le foglie delle piante, la trama particolare di tessuti ed oggetti. Basta improvvisare e usare la fantasia.

Per migliorare la resa, anche a livello di qualità immagine, di un selfie notturno, utilizzate le impostazioni presenti sul dispositivo di ripresa relative a questa particolare tipologia di situazione di scatto. Interessante potrebbe essere anche riuscire a sfruttare l’illuminazione di lampioni o lampade poste in strada, nei locali o in casa, per via che spesso sono in grado di restituire colori diversi tra loro. Bisogna però accertarsi che siano abbastanza potenti da permetterci di essere visibili e alla fotocamera o al telefono di metterci a fuoco.

Luci fotografiche

I fotografi che hanno una certa esperienza possono gestire in maniera molto precisa e personalizzata la luce. Chi è già ben attrezzato magari disporrà di un kit d’illuminazione fotografica completo. Tutto il necessario per realizzare un ritratto a regola d’arte è compreso. Al suo interno si possono trovare delle torce flash o dei più contemporanei pannelli LED. Essi potranno essere disposti secondo uno schema deciso dal fotografo per illuminare frontalmente e in maniera uniforme il soggetto, disposti lateralmente o dietro di esso per effetti più contrastati o per realizzare dei controluce spettacolari, oppure in maniera mista per dare risalto a precisi punti del volto.

Queste luci fotografiche nella maggior parte dei casi sono rese ancor più duttili da dei diffusori detti softbox, bank, barndoor o snoot. Ognuno di essi ha una precisa funzione mirata a rendere il fascio luminoso emesso dalla lampada più morbido o più concentrato. Ci sono poi una miriade di altri accessori da studio fotografico, come ombrelli, pannelli riflettenti o schermanti, frost in grado di intervenire sulla definizione dei minimi dettagli e pure sulle ombre. Anche qui, come regola generale, si tende a preferire una luce diffusa, senza contrasti troppo netti. Ma dipende sempre dal risultato che si ha in mente di ottenere, le regole servono da guida ma la nostra creatività condurci a riadattarle.

I flash speedlite

Oltre alle luci fotografiche da studio, per ottimizzare la resa dei ritratti, sono davvero molto usati i flash reflex, con le fotocamere DSLR appunto. Il contesto in cui è sicuro vederli in azione sono generalmente i matrimoni. Oggi sempre più spesso dotati di piccoli diffusori studiati appositamente, di varie fogge e con azioni tra le più disparate.

La tecnica maggiormente adottata e più sicura per attenuare quel classico “effetto sflashata”, che rende il soggetto allampanato con una netta ombra scura a delimitarne il contorno, è rivolgere il lampeggiatore verso il soffitto. In questo modo la luce emessa “andrà a sbattere” prima contro una superficie, in modo tale da ricadere sul viso della persona da immortalare molto più attenuata e diffusa. Ovviamente avere cura d’impostare una potenza adeguata sul dispositivo è d’obbligo. Si possono utilizzare anche filtri colorati.

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Luci anulari

Come venire bene in fotografia quando il nostro volto è in primo piano? Ad esempio se c’interessa mettere in risalto il trucco appena realizzato? In campo beauty e della moda uno la tipologia d’illuminatori più impiegata è la ring light. Declinata anche in flash ring e beauty dish. La sua caratteristica è quella di avere un bulbo luminoso a forma di anello. Questo, oltre a rendere molto uniforme il fascio emesso, consente di creare dettagli specifici, come il piccolo cerchio luminoso all’interno dell’iride, appartenente a tutti quei canoni di bellezza e proporzione che concorrono a rendere un ritratto armonico.

Oggi sono acquistabili anche dei piccoli e ingegnosi selfie ring da smartphone, a suggellare il fatto che il telefono è sempre più la nuova fotocamera, anche professionale. Ultima cosa a cui prestare attenzione è la temperatura colore della luce impiegata: di solito per non avere eccessive dominanti sulla pelle del volto è consigliabile restare entro valori che vanno da 3200K a 5600K. Qualche altra idea su come venire bene in foto? Dai un’occhiata qui.

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