Cuffie Marshall: Recensione e prezzo delle wireless rock, tra Major 2 e Monitor

Cuffie Marshall: Recensione e prezzo delle wireless rock, tra Major 2 e Monitor

Cuffie Marshall, il marchio degli ‘ampli’ sta primeggiando nella linea Headphones bluetooth. Ecco recensione e prezzo delle Major 2,  Monitor e MODE

In ambito musicale, Marshall non ha bisogno di presentazioni. Il suo logo e i suoi amplificatori hanno accompagnato l’iconografia del rock fin dall’inizio. Senza rischiare esagerazioni, si può dire che il genere intero sia segnato a fuoco dal suono di questi amplificatori. Un logo che oggi è ritrovabile anche nella linea di cuffie Marshall Headphones, realizzata in partnership con Zound Industries. Tra cuffie Marshall Monitor, Major 2 e MODE, ecco la recensione e il prezzo della linea più rock del mondo audio. 

1 John Marshall e le valvole introvabili

Prima delle cuffie Marshall, la storia di Marshall affonda le radici nell’Inghilterra dei primi anni ’60. John Marshall progettò il suo primo amplificatore nel 1962. Fu costretto ad usare valvole leggermente diverse rispetto a quelle che venivano montate sui Fender, lo standard dell’epoca. Il motivo era banale: in Inghilterra non si trovavano. Non entriamo in considerazioni troppo tecniche, ma vi basti sapere che quel piccolo incidente di percorso regalò al suono di quell’amplificatore un pizzico di distorsione e potenza in più. La scena rock inglese stava appena nascendo, e in poco tempo il passaparola rese il primo amplificatore Marshall un must per i chitarristi locali.

2 Marshall e cuffie Marshall Headphones: stessa filosofia

Logico che le cuffie Marshall Headphones siano pensate per appassionati di rock. Aspettatevi dunque un’enfasi posta sulla potenza degli armonici e sul “corpo” del suono. Non consiglieremmo un prodotto del genere a chi ascolta hip hop e musica elettronica, non tanto per inadeguatezza, ma perché esistono linee in grado di svolgere meglio il compito. Detto che alcune scelte sono più versatili. Ad esempio, gli auricolari Mode EQ sono dotati di un tasto che modifica l’equalizzazione in favore di una maggiore profondità di bassi. Ottimi per chi vuole passare dal rock al reggae in modo più “organico”. Insomma, di seguito vi offriamo una panoramica completa di tutti i maggiori modelli di cuffie e auricolari Marshall. Dalle Mode EQ, alle Major 2, alle Monitor. Consigliate? Leggete prezzo e recensione e fate le vostre valutazioni. 

3 Marshall Mode EQ – Rock

Come già detto, Marshall è nome storico e produttrice degli storici amplificatori che da sempre si collegano alle chitarre elettriche. Visto il grande successo delle cuffie wireless di qualità si è lanciata – qualche anno fa – nello stesso mercato di Beats, Sennheiser, B&W e compagnia. I risultati sono risultati sempre più apprezzabili. Gli auricolari Mode sorprendono con una riproduzione forse non precisissima, ma in grado di dare risalto al calore analogico tipico del rock classicoConsigliamo la versione EQ perché ci sembra meglio costruita e più durevole nel tempo. In più, ci piace il tasto in grado di aumentare i bassi senza dover frugare nelle impostazioni dell’equalizzatore digitale.

4 Cuffie Marshall Major 2, vere “all-around”

La scelta forse più “completa” sono le cuffie Marshall Major 2. Si tratta di cuffie sovraurali leggere e compatte, ma capaci di fornire un ottimo isolamento dai suoni esterni. Il loro suono regala vigore anche ai bassi, senza renderli sovrastanti sugli armonici. Siamo lontani dalla filosofia “neutra” di marchi più votati all’audiofilia (Sennheiser in primis), ma costituiscono un’ottima soluzione per chi ascolta generi diversi oltre al rock. Senza contare la buona qualità costruttiva e il prezzo decisamente basso (poco più di 50 € euro su Amazon) per un prodotto del genere. La versione bluetooth costa un po’ di più’ ma ne guadagnerete in comodità. Per noi, un vero e proprio affare.

5 Cuffie Marshall Monitor: La recensione e il prezzo

Hi-fi? No, ma non vuol dire che ci si debba accontentare. L’intento che sta dietro a cuffie Marshall Monitor è offrire un’imitazione, almeno ideale, di cuffie monitor da studio. Il prezzo contenuto non porterà a simili vette qualitative, ma possiamo essere più che soddisfatti del risultato ottenuto. Il piccolo telecomando (a un solo tasto, quindi niente controllo volume), ci ricorda del resto che sono pensate per l’utilizzo fuori casa e connesso ad un cellulare. 

Un’idea sonora impostata su alti e medi

Per descrivere il suono di queste cuffie Marshall Monitor bisogna rivolgersi a considerazioni filosofiche. Se si è amanti dei bassi, il consiglio è di guardare altrove, ci sono intere linee dedicate di cui abbiamo parlato in abbondanza. Non che qui i bassi siano meno che adeguati, ma l’equalizzazione è impostata per rendere il calore degli acuti e soprattutto dei medi. Per intenderci meglio, siamo nel regno del rock ma anche del jazz più classico. Detto questo, il sistema denominato FTF (Felt Treble Filters) non sembra avere un impatto così profondo sul suono. Togliendo o applicando i filtri FTF ai padiglioni, cambia davvero poco in termini di ampiezza ed equalizzazione. Tuttavia, siamo piacevolmente stupiti da come le Marshall Monitor riescano ad essere potenti senza mai andare in distorsione.

Perché comprarle?

Perché si è amanti del rock, perché il look oggigiorno conta nella scelta di un paio di cuffie, specialmente sovraurali. Perché si vuole una buona qualità sonora senza pretendere la perfezione. Perché i materiali, pur essendo in larga parte plastica, sembrano durevoli. E il prezzo non è per nulla esagerato: 95  € su Amazon, acquistabili direttamente tramite questo link. Sicuramente tra le migliori cuffie wireless fascia media in circolazione.

6 La playlist perfetta per le cuffie Marshall MODE, Major 2 e Monitor

I Marshall Mode, le cuffie Major 2 e le più “pro” Monitor riproducono idealmente quel suono fatto di distorsione e potenza che ha accompagnato tutto il rock fin dagli inizi. Ecco perché ci permettiamo di consigliare all’utente cinque canzoni di grandi artisti che sono sempre stati associati all’inconfondibile suono Marshall. L’ideale sarebbe ascoltarle su vinile, con uno dei giradischi vintage in vendita su Amazon. In alternativa va bene il CD audio e Tidal o – per i meno audiofili – Spotify e Deezer, rigorosamente nelle versioni Premium. Connettete la fonte alle cuffie Marshall e godete le vibrazioni del rock. 

The Who – I Can’t Explain

Uno fra i primi clienti del negozio di Jim Marshall fu un ventenne Pete Townshend. Il chitarrista degli Whovoleva sentire meglio il proprio strumento sul palco e commissionò il primo amplificatore da 100 watt. Non a caso, i loro primi concerti sono passati alla storia per potenza e impatto sul pubblico.

Jimi Hendrix Experience – Purple Haze

Una chitarra stratocaster collegata ad un voluminoso Marshall? Era il setup classico di Jimi Hendrix, ovvero pura iconografia rock. Inutile raccontarvi di come e quanto il musicista di Seattle sia stato fra coloro che più hanno dato forma al suono della chitarra elettrica.

Led Zeppelin – When The Levee Breaks

Jimmy Page si vantava di utilizzare Marshall “moddati”, ovvero modificati internamente con l’obiettivo di aumentarne la potenza. Pare che il suo Marshall 100 arrivasse fino al doppio in quanto a watt.

Eric Clapton – After Midnight

“Slowhand” è stato uno dei primi a sposare con convinzione la causa Marshall fin dai primi passi della sua cinquantennale carriera. In un’intervista ha pure rivelato un segreto: i suoi doppi amplificatori erano più che altro scena, perché la potenza di un Marshall 100 bastava e avanzava anche in spazi molto grandi.

Motörhead – Ace of Spades

Pochi musicisti sono associabili a Marshall come Lemmy e i suoi Motörhead. Ad ogni concerto, file altissime di amplificatori Marshall davano il benvenuto al pubblico. Potete immaginare il volume.

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