Libri da leggere: piccola lista dei migliori romanzi gialli selezionati da noi

Libri da leggere: piccola lista dei migliori romanzi gialli selezionati da noi

I romanzi gialli sono letture adatte a tutte le stagioni e a tutte le età. Sono moltissimi i capolavori del nostro secolo e di quelli passati, eccone alcuni

I romanzi gialli famosi sono davvero tanti e appassionano persone di tutte le età, perché una volta iniziata la lettura, si innesca quel meccanismo per cui si vuol sapere a tutti i costi come andrà a finire. Iniziamo a fare ipotesi, che spesso verranno smentite, ma a volte abbiamo ragione e abbiamo visto bene riguardo l’assassino!

Pochi giorni fa abbiamo pubblicato una lista dei libri da leggere di Maurizio de Giovanni, uno degli autori italiani gialli contemporanei di maggiore successo. Ma l’elenco dei migliori romanzi gialli potrebbe essere davvero consistente (e per questo non potremo scriverli tutti). Ecco quali sono i romanzi gialli consigliati: da leggere quest’estate (e non solo), oppure leggi la guida sul libri da leggere quando non sai cosa leggere.

1 Dieci piccoli indiani | Agatha Christie

Iniziamo questa rassegna di romanzi gialli famosi con questo classico di Agatha Christie, una delle regine del genere giallo. 10 piccoli indiani racconta la storia di 10 persone che sono invitate in un favoloso palazzo sull’isola di Nigger, al largo della costa del Devon. Sebbene tutti abbiano qualcosa da nascondere, arrivano speranzosi in una gloriosa sera d’estate, ma presto si svolgono una serie di eventi straordinari: l’isola è improvvisamente immersa in una luce più sinistra e il panico attanaglia i visitatori uno per uno.

Wikipedia ci dice che

“è il romanzo più venduto di Christie con 100 milioni di copie vendute fino ad oggi, rendendolo il mistero più venduto al mondo di sempre, e uno dei libri più venduti di tutti i tempi”.

Ognuno dei dieci ospiti è stato responsabile di almeno una morte, e in ciascuna delle loro stanze c’è una copia incorniciata del libro che descrive in dettaglio come si verificheranno le morti che ne conseguiranno. Il lettore si troverà quindi a consultare quella pagina del libro per vedere come avverrà la prossima morte. Lo fanno anche gli ospiti quando si rendono conto che la persona che commette gli omicidi deve essere uno di loro. Sul tavolo della sala da pranzo ci sono dieci statuette in porcellana e quando un ospite muore, il numero si riduce.

Gli ospiti sono bloccati sull’isola dal tempo e di conseguenza il romanzo giallo è un esempio di un mistero creato in un ambiente chiuso. Anche quando la polizia indaga finalmente sulla sequenza di eventi che hanno portato alle dieci morti sull’isola, non riesce a capire bene la cronologia degli omicidi. Il lettore sa molte cose su come siano avvenute le morti, ma non sa, chi sia l’assassino. Ovviamente si farà un’idea nel corso della lettura, e alla fine scoprirà se ha indovinato o se l’autrice è riuscita a mandare fuori pista anche lui.


2 Il nome della rosa | Umberto Eco

Definirlo solo un romanzo giallo è ovviamente limitante, perché Il nome della rosa di Umberto Eco è un capolavoro della letteratura, non solo contemporanea. Trama: Quando una serie di strane morti affligge una ricca abbazia italiana, il fratello William di Baskerville è chiamato a risolvere il mistero. In questo thriller ambientato nel Medioevo, ogni morte espone un nuovo pezzo di un’antica cospirazione. Conoscenze pericolose e futuro della Chiesa cattolica sono in bilico. E così ci troviamo a seguire William mentre corre per l’abbazia per risolvere il caso.

Il nome della rosa non ha il ritmo del romanzo giallo classico, anche perché il mistero dell’omicidio (che poi diventeranno gli omicidi) si lega più al genere del romanzo storico. La sua prima priorità – molto al di sopra dell’intrattenere il lettore o far avanzare la trama – è situarsi perfettamente nella storia, fondersi così chiaramente con il passato di cui il lettore non può vedere le cuciture.

Il nome della rosa è ossessivo per diverse ragioni, a cominciare dalla sua stessa credibilità. Nelle pagine iniziali apprendiamo che Il nome della rosa non è in realtà un romanzo scritto da Umberto Eco. Eco ha semplicemente tradotto e intitolato un libro che gli è stato donato nel 1968 da qualcuno di nome Abbé Vallet. Questo libro era Le Manuscrit de Dom Adson de Melk, la traduzione francese del 1842 di Vallet di un testo latino scritto da un monaco anziano, Adso di Melk, nell’Italia del XIV secolo. Il testo originale di Adso è la storia stessa: la misteriosa saga di sette morti nel 1327, di cui è stato testimone in prima persona in gioventù.

Con le sue origini consolidate, il libro trascorre le successive 500 pagine intrecciandosi il più possibile nella trama della storia. Il nome della rosa fa parte di quella speciale razza di narrativa storica che non si limita a sbarrare gli eventi registrati, ma si integra così completamente con loro che diventa difficile separare i fatti dalla finzione. Leggere questo libro sarà anche buttarsi a capofitto nella storia medievale della Chiesa cattolica. Gli attori e gli argomenti chiave includono Michele di Cesena, Luigi IV, Guglielmo di Ockham, papi di quel periodo.

Il nome della rosa ruota attorno a una dottrina nota come povertà evangelica (o apostolica), che fu particolarmente divisiva nel 14 ° secolo e che invitava i cristiani a vivere senza possedere alcuna proprietà. Allora, dove si inserisce Il nome della rosa? La storia di Eco si svolge poco prima dell’arrivo di Michael ad Avignone, da qualche parte lungo il suo viaggio attraverso l’Italia, in un’abbazia nascosta tra le montagne. Qui, Michael e il suo ordine si fermerebbero per incontrare alcuni uomini del papa in modo che possano risolvere le loro differenze pacificamente e privatamente. A presiedere l’incontro sarebbe stato William of Baskerville, un lealista francescano che avrebbe potuto consentire ai francescani di assolvere l’eresia prima che fosse troppo tardi.

La storia inizia con William e Adso che viaggiano all’abbazia qualche giorno prima per prepararsi all’incontro. Ma al loro arrivo apprendono alcune notizie preoccupanti. Una notte prima, un monaco è precipitato dall’edificio più alto dell’abbazia ed è morto sul colpo. Nel corso dei giorni successivi trapelano morti più strane e orribili, e così la posta in gioco diventa chiara: William deve risolvere questo mistero prima che arrivi la delegazione del papa.

È un piacere assoluto seguire William mentre scopre i segreti più oscuri dell’abbazia, spesso facendo viaggi proibiti nel labirinto di una biblioteca e si avvicina alla risoluzione del puzzle. Il nome della rosa non è un libro semplice, perché richiede una grande attenzione da parte del lettore; attenzione che ripagherà con accurate descrizioni e appassionanti scene investigative tipiche dei migliori romanzi gialli.

Versione più recente, illustrata:


3 La spia che venne dal freddo | John Le Carré

“Cosa pensi che siano le spie: preti, santi, martiri? Sono una squallida processione di sciocchii, anche traditori, sì; viole del pensiero, sadici e ubriaconi, persone che giocano a cowboy e indiani per rallegrare le loro vite marce.”

Il portatore di questa amara collera è Alec Leamas, impassibile cinquantenne protagonista del romanzo di John le Carré del 1963 La spia che venne dal freddo”, giudicato dagli amanti del genere come uno dei romanzi gialli da leggere assolutamente. Ora proviamo a spiegarvi perché. Questo libro credo sia ineguagliabile per come dipinge l’immagine delle motivazioni umane, delle duplicazioni umane e allo stesso tempo della fragilità della nostra condizione.

All’inizio il mondo era un posto più innocente e più semplice: prima degli anni ’60 c’erano bravi ragazzi e cattivi ragazzi, e la cosa più importante è che erano facili da individuare. Uno degli effetti shock della lettura di questo romanzo giallo quando è stato pubblicato deve essere stato il quasi nichilismo del suo messaggio. È incessantemente buio – o quasi – e questo fatto, credo, sta alla radice della sua grandezza.

Il romanzo racconta la storia, per dirla in parole povere, di un complicato atto di micidiale bluff perpetrato dal servizio segreto britannico contro i suoi nemici nella Repubblica democratica tedesca. Senza entrare troppo nei dettagli, altrimenti vi toglieremmo tutto il gusto dell’indagine tipico dei romanzi gialli, vi diciamo solo che uno dei piaceri più puri del romanzo di spionaggio è svelare le sue molteplici complessità, e Le Carré gestisce la rete della narrativa e del con un equilibrio esemplare.

Il secondo aspetto notevole di The Spy è l’abilità con cui è costruito e scritto. Insolitamente per un romanzo di spionaggio, il punto di vista narrativo di Le Carré è onnisciente. Ma il lettore non ha mai la sensazione di essere manipolato – la scelta di quei personaggi di cui condivide i pensieri interiori sembra del tutto appropriata – così il lettore non sente mai di essere ingannato dal punto di vista narrativo.


4 La camera azzurra | Georges Simenon

La finzione realistica al suo meglio trasmette un’impressione così palpabile del mondo e delle cose in esso che il lettore sperimenta un senso di brivido e voyeurismo forzato. Georges Simenon potrebbe indurre questa sensazione come nessun altro scrittore del 20 ° secolo. Maestro del genere thriller, un suo libro non poteva mancare in questa lista dei romanzi gialli consigliati.

La “camera azzurra” del titolo si trova nell’Hôtel des Voyageurs di Triant, una cittadina anonima della campagna francese non lontana da Parigi, dove l’anno prima Tony e Andrée si sono incontrati una volta al mese, per vivere la loro in storia d’amore elettricamente illecita.

Tony, Antonio Falcone, è il figlio di genitori italiani. Ha fatto bene, grazie al duro lavoro e alla sua mente svelta, ed è il proprietario di un’azienda di successo nel settore delle macchine agricole. Lui e Andrée erano a scuola insieme da bambini, e mentre Tony era stato indifferente ad Andrée, scopriamo che Andrée lo aveva sempre amato, anche dopo che entrambi erano cresciuti e avevano sposato altre persone.

L’immediatezza della scrittura di Simenon ha una capacità nabokoviana di trasmettere a parole la tattilità delle cose, sebbene le parole che impiega e le frasi che ne fa sono sempre umili e chiare. Si vantava del suo modesto vocabolario e della parsimonia della sua lingua; del resto riuscire a scrivere in modo semplice e leggibile è uno dei traguardi più difficili da raggiungere per ogni scrittore.

Un altro talento di Simenon – sebbene sia molto più di un talento – risiede nel comunicare la specificità del luogo. Ecco gli innamorati, dentro e fuori dalle passioni della passione “nella stanza d’albergo bagnata dal sole, in un calore che sembrava vivo e respirante”. E così, oltre all’indagine, c’è la storia d’amore, e tanto altro da scoprire in questo romanzo giallo di Simenon.


5 Il grande sonno | Raymond Chandler

Chiudiamo questo elenco dei migliori romanzi gialli con Il Grande sonno di Raymond Chandler, un libro che mantiene il suo fascino inalterato negli anni, anche se è impossibile leggerlo ora senza ricordare il film di Howard Hawk del 1946, o immaginare che Philip Marlowe sia diverso da Humphrey Bogart.

Tuttavia, il libro e il film sono abbastanza diversi. Il motore del film sono la storia d’amore tra Marlowe e Vivian Sternwood (interpretato da Lauren Bacall) e la chimica sullo schermo tra i due protagonisti. Ma il romanzo è guidato da un’altra dinamica: il senso corrosivo dell’obbligo morale di Marlowe, il suo bisogno di trovare Rusty Regan per il generale Sternwood. Alla fine, non riesce a liberarsi del tutto, sia per i suoi difetti che per i suoi errori o perché la gente lo delude o perché il mondo è corrotto: da qui la sua malinconia. Per quanto riguarda il romanticismo, non ci sono molte tracce nel romanzo. Marlowe, infatti, è incline allo strano sentimento misogino:

Sono uscito in cucina e ho bevuto due tazze di caffè nero. Puoi avere postumi di una sbornia da altre cose oltre all’alcol. Ne ho avuto uno dalle donne. Le donne mi hanno fatto male.

Perché si dovrebbe leggere Il grande sonno oggi? Bene, prima c’è la storia: è una corsa elettrizzante. Poi c’è la qualità della prosa di Chandler, il suo stile molto decantato, che impressiona ancora.

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