SoundHound: L’app alternativa a Shazam è ormai molto di più

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Dopo l’acquisto di Shazam da parte di Apple, SoundHound è rimasta indipendente e rilancia con intelligenza artificiale e riconoscimento vocale. Ecco Hound e Houndify, due piedi ben piantati nel futuro.

Per certi versi, la storia di SoundHound (iOS | Android) è un paradigma di resilienza da studiare nei corsi di progettazione e sviluppo delle app. Da sempre considerata un’alternativa secondaria a Shazam, ovvero una delle hit originarie ai tempi dei primi iPhone. Quando smartphone voleva infatti dire iPhone – e quando i possessori iniziavano a giocare con le prime app – Shazam era lì, pronta a meravigliare chiunque grazie ad un algoritmo capace di indovinare (quasi) ogni canzone che stesse suonando in ambiente. SoundHound arrivò per seconda, dimostrandosi affidabile, certo, ma incapace di scalzare dal trono una rivale tanto nota. Eppure molte cose sono cambiate, al punto in cui la quotazione dell’azienda sembra oggi aver raggiunto il miliardo di dollari. Gli investitori sono infatti convinti che il riconoscimento musicale possa integrarsi con gli assistenti digitali, un campo che ha appena iniziato a trasformare molte delle startup che affollano la Silicon Valley.

1 Due prodotti identici, due strade diverse

Le due app erano praticamente identiche fino a non troppo tempo fa. Nell’ultimo biennio, il team di sviluppo che sta dietro a SoundHound ha sviluppato Hound, app basata su algoritmo che mette in uso riconoscimento vocale e intelligenza artificiale. Se suona familiare, è perché Alexa di Amazon e Siri di Apple, giusto per menzionarne due, fanno la stessa cosa. Ecco quindi spiegata una quotazione tanto alta: se Shazam è stato appena venduto ad Apple per “soli” 400 milioni di dollari, SoundHound sta cavalcando l’onda alta dell’AI per offrire un prodotto in grado di attirare nuovi utenti e una piattaforma, Houndify, pensata per aziende e startup che vogliono entrare nel settore. In attesa di capire cosa farà Apple col suo nuovo giocattolo, che immaginiamo ben presto integrato dentro l’ecosistema che muoverà HomePod, SoundHound ha puntato l’all-in sul futuro.

2 Hound: come funziona?

Come ben conosce chi sta attendendo l’arrivo di Alexa, le app e i dispositivi di riconoscimento vocale richiedono parecchio tempo prima dell’implementazione in lingue diverse dall’inglese. Preambolo per spiegarvi il motivo per cui non troverete Hound in lingua italiana. E dire che l’accoglienza è stata calorosa, con molti commentatori concordi nel dire che non si tratta di una semplice alternativa ai più famosi Siri, Cortana e compagnia bella. In attesa, dunque, di potervi parlare del funzionamento dell’app in lingua italiana, ci siamo dilettati con la versione inglese.

Con risultati interessanti, dato che Hound ha un qualcosa di più naturale rispetto alla concorrenza e riesce a rispondere correttamente a domande complesse. Non è chiaro cosa la differenzi dalle altre app, ma nelle parole del CEO di SoundHound Keyvan Mohajer, Hound è basata “su un approccio unico al natural language processing”. Di più non è dato sapere, ma è quanto basta per sperare che arrivi il prima possibile.

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