Come fotografare un paesaggio: trucchi e attrezzatura

Fotografare un tramonto

Fotografare un paesaggio producendo immagini incisive è meno scontato di quello che sembra: ecco i consigli che rendono tutto più facile.

Fotografare un paesaggio significa saper cogliere le suggestioni di un luogo e riuscire a trasmetterle a qualcuno che non è stato in quel posto. Un compito che può essere arduo se non si conosce qualche trucco del mestiere di fotografo. Niente paura: ecco tutti i consigli per ottenere il massimo quando si cerca di fotografare paesaggi indimenticabili.

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1 Foto paesaggio: suggerimenti tecnici

Forse non tutti i concetti qui espressi, a un primo impatto, possono sembrare accessibili a chi ha un’esperienza minima. Ma vedrete che è solo un’impressione: risulteranno presto semplici da fare propri.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, questo genere fotografico è molto tecnico. Ciò significa che sarebbe meglio rinunciare agli automatismi presenti sulle fotocamere. Usare le funzioni manuali migliora nettamente il risultato finale. Questo perché il fotografo può decidere in modo personale valori come il tempo di posa, l’apertura del diaframma, la sensibilità ISO, ecc. Ciascuno di tali parametri avrà un impatto unico e preciso sull’immagine.

Per essere chiari: selezionando la classica modalità “Paesaggio” probabilmente si risolverà il più annoso dei problemi in questo contesto. Ovvero la grande differenza di esposizione che intercorre tra il cielo illuminato dal sole e gli elementi che stanno al suolo. Però forse non sarete pienamente soddisfatti della definizione o della tonalità del primo e del modo in cui sono illuminati i secondi. Tutto vi sembrerà un po’ “banale”.

Il consiglio: prendete un treppiede fotograficofissate saldamente la camera su di esso, impostate la migliore esposizione per il cielo, secondo i vostri gusti, manualmenteAvviate l’autoscatto e lasciate fare alla macchina. Eseguite lo stesso procedimento per la parte di veduta che si trova sotto il cielo, con relativa esposizione. Scaricate le foto e fate un fotomontaggio in cui prelevate il meglio da ciascuna delle due immagini. Se ancora non siete molto esperti di post produzione fotografica, scegliete una macchina fotografica digitale fornita di funzione HDR e, se proprio non potete fare a meno delle impostazioni automatiche, usate quella.

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Fotografia di paesaggio e nitidezza delle foto

Agli inizi degli anni ’30 fu fondato il Gruppo f/64: il fulcro del suo manifesto d’intenti era la ricerca della migliore profondità di campo. Ne facevano parte alcuni dei più grandi maestri appartenenti alla storia della fotografia, come Ansel Adams (fondatore), Edward Weston, Jonn Paul Edwards, Consuelo Kanaga, Imogen Cunningham e altri. Questo tipo di fotografia prese la definizione di Straight photography e dovrebbe tutt’ora ispirare chi si occupa d’immagini di paesaggio. Infatti un’altra “regola” per avere una veduta nitida in tutti i piani che compongono il frame è quella di usare la minima apertura di diaframma. In concreto, da f/8 a f/22.

Il consiglio: quanto già detto sarebbe pure sufficiente, in ogni caso potrebbe essere interessante anche calcolare la distanza iperfocale. Di cosa si tratta? La distanza iperfocale è la distanza utile più corta dove mettere a fuoco, nella condizione in cui anche i soggetti più lontani, protesi verso l’infinito, mantengano una buona nitidezza.

A questo punto andrebbe illustrata una formula matematica per il calcolo del suddetto valore. Però nessuno si metterà mai a fare le equazioni mentre deve scattare una foto. Dunque, riassumendo, il modo in cui conviene procedere è:

  • impostare un diaframma molto chiuso
  • prediligere obiettivi con focale corta, ad esempio dai 35 mm ai 50 mm, per non esagerare con la distorsione delle linee rette e per andare su ottiche che più o meno tutti hanno nel kit. Altrimenti anche veri e propri pancake o fish-eye
  • prendendo come riferimento l’intero riquadro che comprende la scena da immortalare, all’interno del mirino, decidere come punto di messa a fuoco un’area a 1/3 dell’altezza, dal bordo inferiore del frame.

Quali sono i migliori obiettivi per la fotografia di paesaggio? Di sicuro un grandangolo non può mancare nello zaino.

Evitare il rumore fotografico nelle fotografie di paesaggi

Mettiamo il caso che vi troviate in giro, con la vostra reflex o una mirrorless, ed è circa metà giornata. Non avete un treppiede e volete scattare una foto a mano libera alla splendida veduta che si staglia di fronte a voi. Se tutto sommato è una bella giornata, quindi c’è abbastanza luce, dovreste poter “portare a casa il risultato” impostando come tempo di posa 1/100 (comunque mai sotto 1/80), come diaframma f/5.6 (se c’è molto sole si può chiudere ulteriormente, guadagnando in profondità di campo) e come sensibilità ISO 100.

Il valore della sensibilità è importante per evitare la formazione di grana sulla foto. Cioè quello che viene chiamato rumore fotografico. ISO 100 in genere è la scelta migliore, perché nella maggior parte degli apparecchi di ripresa rappresenta anche la sensibilità minore nativa. Tuttavia non sempre è possibile mantenersi su questo valore, specialmente quando la luce cala o addirittura è assente, vedi nella fotografia notturna. Oppure se bisogna chiudere il diaframma, come detto poco fa.

Il consiglio: bisognerebbe sempre tendere a ISO 100, quando si scatta una foto, per non perdere qualità immagine. Dunque inventarsi tutti gli “stratagemmi” possibili per avvicinarsi a tale valore. Tra questi, usare un cavalletto (con la macchina immobile potrete agire allungando i tempi di posa senza rischiare l’effetto mosso) oppure un flash (aggiunge luce alla scena).

Un accessorio quasi imprescidibile per scattare fotografie di paesaggi perfette è il treppiede. Come sceglierlo? Resistente, però anche leggero dato che devi portartelo appresso. E con una testa a sfera che ti permetta anche di scattare o registrare delle panoramiche.

Attenzione a non scattare foto di paesaggio storte

Sembra superfluo dirlo, eppure c’è chi non ci fa caso. Oppure, pensando di sperimentare, non si ricorda del primo “dogma” della questione. Ovvero scattare con l’orizzonte dritto. Ricordate che difficilmente una foto funziona tagliata obliqua e che solo in determinate occasioni è consentito far convergere il punto di fuga. A tal proposito, potete dare un’occhiata alla guida su come fare foto di architettura.

Il consiglio: visto che una linea d’orizzonte storta, anche di pochissimo, può essere davvero fastidiosa e rovinare uno scatto, usate la griglia dei terzi attivata nel mirino della vostra fotocamera. Si tratta già di un valido aiuto, in ogni caso è sempre buona cosa avere un treppiede con livella integrata sulla testa. In alternativa, vi conviene acquistare a pochissimi euro una bolla da inserire nella slitta hotshoe della macchina fotografica. In ogni caso, niente paura! Resta il consiglio di prestare attenzione già in fase di scatto, tuttavia qualsiasi programma di post produzione permette di raddrizzare le foto, anche il più basilare.

Per foto di paesaggio perfettamente in asse, prova un treppiede con livella a bolla integrata.

2 Come fotografare paesaggi interessanti: spunti stilistici

Fotografare un paesaggio non è solo tecnica ma piuttosto intuito e gusto per l’armonia.

Volete ottenere qualche effetto particolare con i vostri scatti all’aperto? Contravvenendo al classico approccio che prevede l’utilizzo di obiettivi dalla focale corta, potreste sfruttare i teleobiettivi. La loro caratteristica è quella di accorciare otticamente le distanze. Dunque se vi ponete in un ampio spazio, come una spiaggia o una vasta distesa, potreste “giocare” con gli elementi presenti nella scena cercando di farli interagire tra loro (ad esempio il sole e gli ombrelloni oppure un surfista in mare).

Il consiglio: ancora una volta torna utile il famoso treppiede. I teleobiettivi sono ottiche pesanti, che tendono a sbilanciare l’assetto della macchina. Tuttavia, se utilizzate un obiettivo stabilizzato e decidete di fissarlo su di un supporto, insieme alla macchina fotografica, ricordate di disattivare la stabilizzazione.

Se vi state chiedendo come fotografare paesaggi con un teleobiettivo, sappiate che è possibile.

Come fotografare i paesaggi in modo diverso dagli altri

Mai secondario è cercare di curare l’aspetto compositivo di un’immagine. Non basta puntare e scattare (ogni riferimento a fatti e persone…è voluto!) ma resta necessario andarsi a trovare l’inquadratura migliore. Ovvero spostarsi, sforzarsi, abbassarsi, salire su di un piano più in alto o cogliere le connessioni che possono esserci in ciò che si pone innanzi.

Il consiglioosservare è forse ancor più importante di scattare. Di sicuro va fatto bene prima di premere il famoso pulsante. Ci sono elementi che possono funzionare da quinta o da cornice nella scena? Vale la pena dirigere l’attenzioneverso un particolare? Potrebbe essere più interessante inserire il soggetto principale leggermente decentratoColori e contrasti dialogano tra loro? Possono creare un focus particolare? Da che altezza è meglio riprendere per creare un punto di vista diverso? Porsi e rispondere a queste (e altre) domande aiuterà certamente a comporre una foto non mediocre.

Se vuoi imparare come fotografare i paesaggi secondo una precisa cifra stilistica, studia il lavoro degli altri. Sia per prendere spunto sia per…prendere le distanze.

A cosa prestare attenzione prima di fotografare il paesaggio

Una delle cose forse più difficili è calcolare, e quindi evitare, sono gli elementi di disturbo all’interno di una scena. Si va dai classici pali, ai cartelli stradali, ai fili della luce e tantissimi altri tipi di “ostacoli visivi”.

Il consiglio: prima di scattare è fondamentale osservare. Di nuovo bisogna ripetersi, però valutare tutti i punti di vista di un’inquadratura può essere risolutivo. Dimostrando che una scena non funziona a senso unico. Altrimenti ci si può spostare, cercando un effetto simile a quello che si ha in mente, nel panorama poco più in là. Oppure scattare a determinate ore del giorno, o della notte. Durante le quali, ad esempio, sappiamo che non ci sono persone in giro o automobili, elementi “inquinanti” nell’immagine che vorremmo costruire. Se proprio non è possibile eliminare l’ostacolo si può tentare di “farselo amico”, fino addirittura a renderlo il perno dello scatto. Ovviamente è da prendere in considerazione anche l’opportunità di eliminare qualcosa in post produzione, ma non sempre è un’operazione semplice e veloce.

Per fotografare il paesaggio bisogna prima osservarlo bene. Usa un binocolo, ti accorgerai di dettagli che altrimenti potresti tracurare.

Fotografare panorami all’ora giusta

Non si può parlare di fotografia, di nessun genere, senza un accenno alla luceL’atmosfera di un posto cambia di minuto in minuto, a seconda dell’ora del giorno. Se si desiderano colori tenui e sfumati, senza contrasti netti, le prime ore dell’alba sono le migliori per una sessione fotografica. Per un’atmosfera più calda, con luci e ombre più nette, invece, l’ideale è fotografare al tramonto. In genere la luce più complicata da gestire è quella di metà giornata, in pieno sole. Si creano due evidenti opposti, tra zone in ombra e alte luci. Una veduta panoramica si può fotografare anche di notte, ottenendo effetti suggestivi. Sfruttando magari le luci artificiali, i fanali delle auto in contesti più o meno urbani e molti altri spunti derivanti dalla luce… che resta. Ad esempio, conosci la tecnica dello startrail?

Il consiglio: in questo caso non ci sono particolari trucchetti, se non fare caso a come cambia la luce nell’arco della giornata. Quindi uscire a fotografare panorami nel momento giusto, in cui saranno esaltate le caratteristiche preferite. Ricordate, anche la luce più dura e difficile può essere funzionale, ad esempio a definire dei volumi, per uno scatto dal gusto grafico.

Qualche trucco di tecnica foto paesaggi

A volte, in una veduta, il cielo può risultare poco incisivo. Oppure è presente una fontana o una cascata e vorreste valorizzarle in modo creativo o, ancora fissare nello scatto particolari effetti di luce.

Il consiglio: per ottimizzare gli effetti della luce e della “traduzione” ottica di uno scatto panoramico, si possono usare dei filtri fotografici. Il più noto è quello polarizzatore: si agganciano davanti all’obiettivo e hanno diverse funzioni. Dal rendere più uniforme e azzurro il cielo, a controbilanciare delle dominanti, o addirittura aggiungerne. Oggi, grazie all’elaborazione digitale delle immagini, i filtri si applicano prevalentemente con i software di fotoritocco.

Per catturare il movimento dell’acqua, con un effetto vaporoso anziché congelato, bisogna aumentare i tempi d’esposizione. Lo stesso vale per quelle strisce di luce che molti avranno notato in parecchi scatti notturni. Nella maggior parte dei casi sono le auto in corsa a lasciarle: si chiama light painting, un disegno fatto con la luce, mentre il soggetto che lo genera non rimane impresso nel frame. Proprio per via della lunga esposizione.

Molti nella tecnica foto paesaggi consigliano l’uso dei filtri fotografici. Un accessorio non così retrò.

Dopo aver imparato a fotografare un paesaggio: la post produzione 

Arrivando alle conclusioni, un fotografo che si esprime nell’era contemporanea, non può prescindere dalla conoscenza di qualche concetto base di post produzione o fotoritocco. I software di questo genere rappresentano esattamente quella che una volta era la camera oscura. Cioè quando si usava la tecnologia analogica. Dunque questi programmi si possono utilizzare senza necessariamente alterare completamente le fotografie, bensì proprio per svilupparle.

Il consiglio: in questo ambito la post produzione può essere utile in diverse situazioni. Per migliorare i contrasti e la definizione dei colori, per eliminare o aggiungere delle dominanti cromatiche, fino a togliere qualche elemento che disturba l’armonia dello scatto. Fermo restando che fotografare un paesaggio correttamente, già in fase di scatto, è fondamentale e fa risparmiare tempo davanti al computer.

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